In una lettera di poco posteriore (ep. C. Fernández, La gracia según San León el Grande, México 1951. A. Guillaume, Jeûne et charité dans l'Église latine des origines au XIIe siècle en particulier chez saint Léon le Grand, Paris 1954. K. Silva-Tarouca, Nuovi studi sulle antiche lettere dei Papi. Questi esempi mostrano come, a monte del Tomus, i sermoni degli anni precedenti testimonino ampiamente la riflessione di L. intorno ai temi cristologici, mettendo a frutto anche i grandi testi della controversia trinitaria. sermone 23, 2]. LEONE I imperatore d'Oriente Enciclopedia Italiana (1933) Fu soprannominato, dal luogo di origine, il Trace, e per le sue opere, con evidente esagerazione, il Grande. Questo sermone verrà ampiamente ripreso nella lettera 165, il cosiddetto Tomus II, che L. diresse all'imperatore Leone, il 17 agosto 458. A loro volta i metropoliti dovevano convocare i loro suffraganei per chiederne il parere sulla validità delle decisioni del concilio di Calcedonia e sulla legittimità di Timoteo come vescovo di Alessandria. Dai sermoni è possibile rilevare alcuni problemi della società che viveva nella Roma contemporanea. I sermoni di L. mostrano le modalità che egli strutturò per far sì che la carità di tutti convergesse nelle mani del vescovo per essere ridistribuita a nome della Chiesa. Emblematici sono alcuni passi della sezione del Tomus nella quale vengono redazionalmente composti brani dei sermoni appena citati: "Salve le proprietà specifiche dell'una e dell'altra natura [salva igitur proprietate utriusque naturae], che vennero a confluire in una persona, dalla maestà fu assunta l'umiltà, dalla potenza la debolezza, dall'eternità la mortalità, e per distruggere il debito gravante sulla nostra condizione, la natura inviolabile fu unita alla natura passibile. sermone 54, 2]. Al trono fu elevato alla morte di Marciano (457 d. C.), principalmente per il favore del patrizio Aspar che allora spadroneggiava a Costantinopoli e non poteva cingere egli stesso la corona perché ariano. Bibl. Nella relazione dell'imperatore inviata al papa dopo la conclusione del concilio, vi era anche la richiesta del riconoscimento del canone 28, lamentando la resistenza dei legati romani. Ma non si hanno elementi sicuri per identificare l'accolito Leone con il futuro pontefice. 6 e 14). C. Lepelley, Saint Léon le Grand et l'église maurétanienne: primauté romaine et autonomie africaine au Ve siècle, "Les Cahiers de Tunisie", 15, 1967, pp. - Imperatore romano d'Occidente (m. 461). 20). E dicendo nostri intendiamo ciò che il Creatore pose in noi fin dall'origine e che poi assunse per restaurarlo. Ai sermoni 64, 4 e 65, 1 è improntato il tratto finale del paragrafo 6 del Tomus, sulla qualità delle azioni di Cristo, che manifestano la natura umana e la natura divina nell'unità della persona: l'intento di L. è ribadire che la salvezza si realizza per mezzo della reale e piena unione in Cristo di due principi di attività che corrispondono alle due nature. 439), l'intervento di L. fu decisivo per la presa di posizione del pontefice nei confronti di Giuliano di Eclano, il vescovo pelagiano che cercava di essere riammesso nella sua sede, presso Avellino. I rappresentanti del papa erano i vescovi Pascasino, Lucenzio, Giuliano e i presbiteri Bonifacio e Basilio. In particolare, Tomus, 3-4 (vv. La città di Volterra e un piccolo centro, Pierle, nel Cortonese, se ne sono attribuiti lungo i secoli la tradizione dei natali. Non è stato perché io sia uomo orgoglioso e senza intelligenza, ma invece per non arrestare nella sua corsa, a causa dei pregiudizi esistenti contro la mia persona, colui che stava camminando bene. 161). Pertanto fu dichiarato eretico e venne scomunicato. Per quanto poi riguarda il problema delle comunità eterodosse, il caso più vistoso è quello dei manichei. Magister militum dell'imperatore Leone I, nel 457 fu acclamato imperatore d'Occidente dall'esercito a Ravenna e fu riconosciuto dal senato, ma non dall'imperatore Leone. Del resto anche le lettere sono espressione dell'attività di L. legata principalmente alla vita della Chiesa e al ruolo del vescovo di Roma; ma la predicazione è la fonte per le lettere dottrinali particolarmente importanti quali i due Tomi. 19-49. B. L'anno dopo Attila si volse verso l'Italia; Aquileia fu assediata e distrutta e così altri centri del Veneto. G. Matthiae, Pittura romana del Medioevo. 737-41. In particolare tali ipotesi sono state avanzate in relazione alle immagini musive dell'odierno arco di trionfo che fu programmato dopo il concilio di Efeso e fu portato a termine nel 440. A Roma, all'epoca, era disponibile una copiosa, ma tendenziosa documentazione su Nestorio, inviata da Cirillo di Alessandria a papa Celestino, e anche lettere e sermoni che Nestorio stesso aveva inviato al papa. Tuttavia, dopo laboriose discussioni, si giunse all'approvazione di una nuova formula di fede, la quale, nella parte specifica, afferma chiaramente che "l'unico Cristo Signore Unigenito [è] da riconoscersi in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione, senza che in alcun modo la distinzione delle nature sia stata annullata a causa dell'unione, ma anzi è conservato ciò che è proprio a ciascuna natura pur formando una sola persona e una sola ipostasi". Oxford 1983, I, Historica-Theologica-Gnostica-Biblica, a cura di E.A. (spreg., iron.) In realtà, con il nuovo imperatore (457-474), ha inizio per L. la seconda fase delle difficoltà postcalcedoniane. 725-82. Attila abbandonò l'Italia; il mutamento dei suoi intenti fu dovuto a considerazioni di ordine militare e politico, ma certamente l'aura di prestigio e di sacralità di L. fu accresciuta agli occhi di tutti. Seguirono l'edizione romana in tre volumi (1751-55) del carmelitano P.T. Successore di Marciano, fu elevato al trono (457) con l’appoggio del patrizio Flavio Ardabur Aspar. Cross, Berlin 1962 (Texte und Untersuchungen, 81), pp. I procedimenti di L. nell'affrontare il problema dimostrano non solo la sua determinazione, ma anche il prestigio e la forza della comunità ecclesiale e del suo vescovo, in grado ormai di porre in atto al suo interno, senza il supporto dell'autorità imperiale, un processo di rifiuto, condanna e depotenziamento. Jalland, The Life and Times of St. Leo the Great, London 1941. Le basiliche paleocristiane di Roma (Sec. it. I due elementi sono in effetti gli aspetti su cui maggiormente insiste L. lungo il percorso dei suoi sermoni, in particolare quelli sulla passione. H. Rahner, Leo der Grosse, der Papst des Konzils, ibid., pp. (spreg., iron.) 218-301. 423-564. Successore di Marciano, fu elevato al trono (457) con l’appoggio del patrizio Flavio Ardabur Aspar. Imperatore d’Oriente (n. 411 ca.-m. 474). Nova series, VI, a cura di G.B. e poet. Senza la potenza del Verbo, la voce del Padre non avrebbe detto dal cielo: 'Questi è il mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto' [Matteo 3, 17], e senza la verità della carne, egli non avrebbe avuto bisogno di cibo quando era affamato né di sonno quando era affaticato. L'8 novembre successivo, il patriarca Flaviano riunì a Costantinopoli il cosiddetto sinodo permanente, la riunione cioè dei vescovi presenti nella capitale e perciò facilmente convocabili. Dritte, verbesserte und ergänzte Auflage, Freiburg-Basel-Wien 1990, pp. È per questo che a san Pietro viene detto: 'A te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legato sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa avrai sciolto sulla terra sarà sciolta anche nei cieli' [Matteo 16, 19]. Nel suo insieme, la formula, oltre la tradizione dei concili generali precedenti, recepisce termini della formula di unione del 433 nella quale aveva avuto parte importante Teodoreto; tiene accuratamente conto di sfumature cirilliane e accoglie espressioni del Tomus di Leone. L'edizione di Quesnel fu ristampata nel 1700 a Lione e poi ancora edita. Nella capitale il tasso di mendicità rimase alto, e le pubbliche elargizioni, rispetto alla popolazione, diminuirono di circa il dieci per cento tra la metà del IV secolo e gli anni Cinquanta del secolo seguente (S. Mazzarino, p. 239; E. Cavalcanti, La spiritualità, pp. L'insieme delle lettere di L. in relazione con l'inchiesta promossa dall'imperatore è anche da considerare come espressione dell'atteggiamento dell'Occidente latino riguardo alla vicenda. Scipioni, Nestorio e il concilio di Efeso, Milano 1974, pp. Profilo di una città, 312-1308, Roma 1981, pp. Originario di Costantinopoli, combatté contro i Goti e gli Unni; divenuto imperatore per designazionė dell'imperatore d'Oriente, Leone, combatté senza successo i Vandali, quindi, venuto in lotta con Ricimero, ... Sevèro, Libio (lat. de Rossi, Romae 1888, nr. Frazer, Corpus basilicarum, p. 10). I. Scalfati, San Leone il Grande e le invasioni dei Goti, Unni e Vandali, Roma 1944. Il rimprovero, sia pur di carattere tradizionale, è tuttavia indicativo della persistente polemica nei confronti degli spettacoli circensi considerati un residuo del paganesimo e, nel contempo, degli irrinunciabili costumi cittadini: al culto dei santi si preferiscono i giochi del circo; si frequentano più gli insani spettacoli che i luoghi delle memorie dei martiri. Inoltre, l'umanità e la divinità nell'unità della persona di Cristo si manifestano attraverso il carattere proprio delle sue opere ("ex operum qualitate"). A.P. S.O. Nel contempo, ottenne dall'imperatore Valentiniano III un decreto in cui si stabiliva che il governatore della Gallia garantisse l'osservanza delle decisioni sinodali. Al trono fu elevato alla morte di Marciano (457 d. C.), principalmente per il favore ... loc. 323-39. Seguì quella di G. Foresto da Brescia, stampata a Venezia nel 1547. H.H. Nei riguardi dell'Occidente, L. s'ispirò al concetto di mantenere l'unità formale dell'impero, rifiutandosi di riconoscere come Augusti Maioriano e Livio Severo che considerò sempre come Cesari subordinati alla propria autorità. Al tempo di L. venne anche edificata la basilica di S. Stefano al III miglio della via Latina, per la munificenza della nobile matrona Demetria, della famiglia degli Anici. 70-88). B. Studer, Leo der Grosse und der Primat des römischen Bischofs, in Unterwegs zur Einheit. LEONE I imperatore d'Oriente. Giùlio Nepóte (lat. L'intenzione era di raggiungere tutti i metropoliti dell'Oriente e dell'Occidente, e i principali rappresentanti del monachesimo orientale. sermone 21, 2]. Conquistò ... Santo e dottore della Chiesa. 113 di Teodoreto). Nel 1735 venne pubblicato un libro liturgico (Sacramentarium) rinvenuto nella Biblioteca Capitolare di Verona da G. Bianchini, che ne curò l'edizione e che lo attribuì a L., denominandolo perciò Sacramentarium Leonianum. A Roma l'imperatore Valentiniano III era circondato da diversi partiti: chi auspicava l'intervento di Ezio, chi aborriva l'idea che l'Urbe fosse difesa da un barbaro. Da parte sua, l'unico cenno a quest'evento può essere rintracciato nella lettera a Giuliano di Chio dell'11 marzo 453, dove si esprime in termini dolenti riguardo "ai mali che Dio ha permesso o voluto che noi soffrissimo". 1 Pietro 2, 9], per la presenza in te della sacra sede di Pietro, la capitale del mondo e di esercitare un ruolo di governo più ampio per la divina religione che per il dominio terreno" (sermone 82, 1). Tutti i sermoni di L., prima e dopo Calcedonia, sono strutturati sostanzialmente in due parti: una propriamente cristologica, l'altra di carattere parenetico o, più precisamente, di applicazione della dottrina accuratamente indirizzata a delineare come il mistero della salvezza rivolto a tutti richiede, proprio per la sua gratuità, una risposta personale e libera che si traduce nell'impegno a seguire Cristo, ad imitarne gli esempi, e a rinnovarsi interiormente con la forza del "sacramentum" liturgico. 38-84. L. si mostrava però pronto a inviare una delegazione a Costantinopoli per rappresentare la sua parte presso l'imperatore e per favorire l'istruzione ai fedeli; ma questa non avrebbe dovuto avere alcun rapporto con gli eretici. […]. si spense il 10 novembre del 461. F. Hofmann, Der Kampf der Päpste um Konzil und Dogma von Chalkedon von Leo dem Grossen bis Hormisdas (451-519), ibid., II, Entscheidung um Chalkedon, a cura di A. Grillmeier-H. Bacht, ivi 1953, pp. λέων]. T.W. Theologische Realenzy-klopädie, XX, Berlin-New York 1990, s.v., pp. F. König, S. Leone Magno dottore dell'unità della Chiesa, "Angelicum", 39, 1962, pp. 71-4. Teodosio acconsentì anche alla riabilitazione di Eutiche e, con un decreto del 30 marzo 449, convocò un concilio generale il cui scopo sarebbe stato quello di chiarire le questioni controverse; l'intenzione però appare diretta a sconfiggere definitivamente il nestorianesimo, a riabilitare pienamente Eutiche e a condannare il patriarca Flaviano con i suoi sostenitori. La memoria di L. si celebrava a Roma il 28 giugno, alla vigilia della festa dei ss. L., in varie lettere scritte durante l'estate, dichiara che avrebbe preferito una dilazione della data del concilio, rende noti i nomi dei suoi rappresentanti e si pone con autorità circa i problemi da affrontare (epp. Egli riferisce di questo atto denominandolo inchiesta ("inquisitio"), e rende noto che erano presenti, insieme a lui, numerosi vescovi e presbiteri, nonché nobili cristiani. 208-13. W.J. 114) e dietro insistenze dell'imperatore Marciano. Y. Duval, Saint Léon le Grand et saint Gaudence de Brescia, "The Journal of Theological Studies", 11, 1960, pp. Panthera leo), che vive nelle savane africane a sud del Sahara e, con una piccola popolazione, in India; di grandi dimensioni... Zenóne imperatore d'Oriente. Dalle risposte dei metropoliti si intende che vennero convocati i sinodi provinciali; in quella di L. (ep. L'imperatore Leone I muore nel 474. 151-70. Tra i prigionieri vi furono anche l'imperatrice Eudossia e le sue due figlie, Eudossia e Placidia. La scarna notizia del Liber pontificalis ne assegna le origini alla Tuscia e dice chiamarsi Quinziano il padre. Frazer, Corpus basilicarum christianarum Romae. L. fu un convinto fautore della confessione calcedonese che cercò di far trionfare in tutto l'impero, suscitando un vivo fermento nei centri monofisiti della Siria e dell'Egitto. "La nascita del Signore [dice L. nel Natale del 453] nella quale 'il Verbo si è fatto carne' [Giovanni 1, 14], ci sembra di vederla come presente più che celebrarla come passata" (sermone 29, 1). G. Rieux, Le temps du salut chez saint Léon, "Bulletin de Littérature Ecclésiastique", 94, 1993, pp. Il giorno della festa degli apostoli Pietro e Paolo, il 29 giugno, fu annualmente un'altra occasione in cui L. proclamò e approfondì l'idea del primato apostolico di Pietro, del quale il suo successore si sente erede, e della dignità che Roma trae dall'esserne la sede. Il 17 maggio 451 l'imperatore Marciano convocò il nuovo concilio generale per l'autunno successivo. Silvagni, Romae-In Civitate Vaticana 1935, nr. Al suo posto venne eletto un altro Timoteo, soprannominato Solofaciolo (turbante bianco), uomo mite che cercò di pacificare gli animi. In Oriente la memoria si celebra il 18 febbraio. Questi inviati erano nuovamente latori del Tomus, a cui erano acclusi questa volta un "dossier" di estratti patristici e le lettere 69-71. Forse discendenti dei Hiungnu, popolazione mongolica ... (lat. Bury, A history of the later Roman Empire from the Death of Theodosius I to the Death of Justinian, I, Londra 1923, p. 315 segg. Per un quadro completo e aggiornato delle edizioni è comunque indispensabile ricorrere alla terza edizione della Clavis Patrum Latinorum, a cura di E. Dekkers, Steenbrugis 1995³, pp. - Fu soprannominato, dal luogo di origine, il Trace, e per le sue opere, con evidente esagerazione, il Grande. James, Was Leo the Great the Author of Liturgical Prayers?, in Studia patristica, XXVI, Papers Presented at the Eleventh International Conference on Patristic Studies Held in Oxford 1991. - Scrittore ecclesiastico (n. Antiochia 393 circa - m. 458). Difatti un solo ed unico soggetto è veramente il Figlio di Dio ed è veramente il Figlio dell'uomo: è Dio per la ragione che 'in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio' [Giovanni 1, 1], ed è uomo per la ragione che 'il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi' [Giovanni 1, 14]; è Dio per la ragione che 'tutte le cose furono fatte per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto' [Giovanni 1, 3], ed è uomo per la ragione che 'fu fatto da donna e fu fatto sotto la legge' [cfr. 224-25). M. Pellegrino, La Dottrina del Corpo Mistico in San Leone Magno (nota pastorale), "La Scuola Cattolica", 67, 1939, pp. Combatté contro i Vandali (431), i ... Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati. Hervé de l'Incarnation, La grâce dans l'oeuvre de S. Léon le Grand, "Recherches de Théologie Ancienne et Médiévale", 22, 1955, pp. Alla lettera, Eutiche unì un suo "dossier" con la propria dichiarazione di fede respinta da Flaviano e una raccolta di testi come documentazione a sostegno. Giovanni 14, 28]". in Storia dei papi, a cura di M. Greschat-E. Guerriero, Cinisello Balsamo 1994 [Storia della Chiesa.
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