29 Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 28 Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. E lo cacciarono fuori.35 Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Subito emerge una tensione fra Gesù e i discepoli, i quali – secondo la tradizione – chiedono al Maestro a chi sia da imputare il peccato che causò la cecità di quell'uomo: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Altri uomini, attenti alla Legge, portano il cieco dai farisei, gli osservanti esperti della Torah, affinché giudichino l’operato di Gesù (vv. E c'era dissenso tra loro. La pretesa di questi farisei, esperti delle Scritture, è quella di “sapere”, di conoscere la tradizione alla quale vogliono restare fedeli: non possono dunque ammettere che una buona azione possa essere compiuta mediante una violazione del sabato. Essi si interrogano tra loro su cosa sia accaduto al cieco, se è veramente la stessa persona. Uscito dal tempio di Gerusalemme, dove ha celebrato la festa di Sukkot, delle Capanne, festa autunnale nella quale si invocava l’acqua come dono di Dio per la vita piena, Gesù vede nei pressi della piscina di Siloe un uomo colpito dalla cecità fin dalla sua nascita. Per questo scaricano su di lui la responsabilità: “Chiedetelo a lui. Conoscono la dottrina tradizionale che lega in modo automatico malattia e peccato, non sanno vedere innanzitutto la sofferenza di un uomo ma cercano di spiarne il peccato. 16 Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». 12 Gli dissero: «Dov'è costui?». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. La reazione di quei farisei mostra che hanno capito la posta in gioco. Bisogna che Gesù compia la sua opera finché è giorno, prima della sua morte, per rendere manifesta la verità, se così ci si può esprimere, di Dio. Solo il passato per loro è normativo, ed essi lo qualificano come tradizione autorevole: per questo non sanno né vogliono sapere l’origine di Gesù. Anzi nell’immagine scelta come copertina della serie l’uomo nella coperta bianca sembra addirittura una statua perfettamente integrata nel contesto lussuoso dell’ingresso del club sotto al quale dorme. nome file: capire-cieco-nato.zip (72 kb); inserito il 01/03/2008; 21475 visualizzazioni l'autore è Marina Frisoni, contatta l'autore. Il titolo è ovviamente ironico, queste persone ritratte non stanno dormendo volontariamente all’aperto, ma sono costrette dalla loro condizione di senza fissa dimora a trovare un posto dove ripararsi nella notte. Come mai ora ci vede?». 37 Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Dai medici agli infermieri, da Confindustria ai sindacati ecco la petizione: ''Ci dica la reale situazione del contagio'', Ancora nessuna traccia di Nicolàs Garcia, l’appello della madre: “Lo stiamo cercando, aiutateci a trovarlo”, Coronavirus, Segnana: ''Ad oggi fatti circa 500 tamponi antigenici nelle farmacie'' ma solo a Piedicastello sono 1.197. Una verità che passa attraverso la luce stessa, che la illumina, una luce che lascia essere l'altro e che in esso vede prima di tutto un'opera di Dio. 25 Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. E si prostrò dinanzi a lui. Una Bibbia o Nuovo Testamento per ogni bambino. Non avviene, come in tanti altri racconti di miracolo, che il malato invochi Gesù e gli chieda la guarigione, ma è Gesù che, passando, vede, discerne un uomo bisognoso di salvezza. Per questo domandano subito a Gesù: “Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”. Gen 2,7). Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Gesù allora, conosciuta questa fede, dice ad alta voce: “Io sono venuto in questo mondo per un giudizio, del quale è in corso il processo. Egli viene dunque cacciato fuori, fuori dalla comunità degli osservanti fedeli alla Legge, fuori come tutti quelli che riconoscevano Gesù quale Messia (cf. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo”. 2Re 5,10-12), egli crede alle parole di Gesù come parole potenti, efficaci, e così trova quella vista che mai aveva avuto. 25 Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. 3 Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Le parole di accusa del profeta Geremia, assieme a quelle di Gesù, rimangono sempre attuali: «Anche la cicogna nel cielo conosce i suoi tempi; la tortora, la rondinella e la gru osservano la data del loro ritorno; il mio popolo, invece, non conosce il comando del Signore. C’è in questo titolo quella stessa ironia che troviamo nel vangelo in bocca al cieco che ha recuperato la vista che chiede ai Giudei che lo interrogano «Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Tutto questo utilizzando un mezzo che fa dell’occhio lo strumento primo per la realizzazione e per la fruizione ovvero la fotografia. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Ci spaventa il nostro futuro. Quante di queste persone incrociamo ogni giorno andando in città e subito ne distogliamo lo sguardo perché un senso di colpa ci afferra. Nell'omelia tenuta da Papa Francesco a Santa Marta il 23 marzo scorso, il Pontefice ha esortato i fedeli ad ascoltare sempre la Parola del Dio vivo e a non lasciarsi indurire il cuore. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Non è un gesto di magia, ma un gesto umanissimo: l’uomo non vedente si sente toccato da Gesù, sente le sue dita e il fango sui propri occhi, sente di poter mettere fiducia in chi lo ha “visto” e lo ha riconosciuto come una persona nel bisogno. Gv 1,5). 30 Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. La serie “sleepers” (i dormienti) è stata realizzata a san Paolo in Brasile. In quel tempo Gesù 1 Passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2 e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 5 Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». A questo punto ecco che si svela il vero processo in corso. 40 Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Coronavirus, i trentini chiedono a Fugatti trasparenza sui dati. Gen 2,7). Dicono che egli era cieco dalla nascita, che ora ci vede, ma non sanno come ciò sia potuto accadere. Egli rispose: «È un profeta!».18 Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. La conversione deve essere reale, visibile in un mutamento di atteggiamento e di stile rispetto a quando essi erano pagani. Questo infatti è un “segno” (semeîon), più che un miracolo (dýnamis): non è il fatto in sé che deve trattenere la nostra attenzione, ma ciò che va cercato è il suo significato e soprattutto chi è all’origine del segno. 13 Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14 era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Il suo è uno sguardo diametralmente opposto a quello colpevolizzante dei discepoli, uno sguardo che dice interesse per la sofferenza umana e volontà di cura conforme al desiderio di Dio. Attribuendo a Gesù il titolo di Kyrios, Signore. 20 I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21 ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E non appena Gesù gli dice di andarsi a lavare nella piscina adiacente – detta di Siloe, cioè dell’Inviato di Dio –, egli obbedisce, va, poi torna da Gesù capace di vedere». Ma come sempre ascoltiamo il testo con umile obbedienza. 36 Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 8-12) ha come protagonisti i vicini, quelli che incontravano abitualmente il non vedente, i quali si rivolgono a lui, ora guarito. Questo sapere, questa conoscenza che pretendono di possedere, impedisce loro di riconoscere una “novità”, che pure si manifesta mediante l’emergere del bene. Un pezzo di tela da usare come benda. 18-23): non accettando la dichiarazione dell’uomo guarito, questi uomini religiosi fanno chiamare i suoi genitori e li interrogano sulla cecità del loro figlio. È Dio stesso che lo sceglie, non guardando alle apparenze, ma conoscendo il cuore umano. La prima scena (vv. 11 Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: «Va' a Sìloe e làvati!». Non ti diciamo buongiorno, non ti chiediamo cosa stai facendo. La risposta sembra ovvia: “No, egli non viene da Dio!”. Le strade, qui, sembrano dividersi: da una parte vi è chi continuamente ricerca la verità viva e vivente di Dio, dall'altra chi pensa di possedere una verità che assurge a certezza e che, spesso, è solo lettera morta, parole vuote che da molto tempo non risuonano più nell'anima dell'uomo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Non ci interessa. IL CIECO NATO (Gv 9,1-41) 1 Passando vide un uomo cieco dalla nascita L'evangelista inizia la narrazione sottolineando che lo sguardo di Gesù [vide] si è posato sull'uomo immerso nelle tenebre per com-pletare in lui l'opera del Dio autore della luce, lui che si è già pre … Attività per richiamare lʼattenzione Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Segue dunque la domanda: “Può un uomo che infrange il divieto di lavorare in giorno di sabato, dunque un peccatore, fare un’azione buona?”. Alcuni farisei, scossi da quanto avevano appena visto ed udito, preoccupati per loro stessi, si affrettano a chiedere a Gesù se anche loro fossero, quindi, ciechi. L'uomo risponde con ironia all'incredulità dei farisei, i quali erano convinti di possedere la verità, essendo essa interamente contenuta nella tradizione. 29 Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Questo brano, inoltre, è altamente cristologico, presenta molti titoli attribuiti a Gesù, titoli che ritmano la progressione dalla cecità al vedere, dalle tenebre alla luce, dall’ignoranza alla fede testimoniata. Il presidente dell'associazione titolari di farmacia: ''Bisognerebbe incentivarli slegandoli dall'impegnativa del medico come avviene in Alto Adige''. Ora ci vedo: il cieco nato 4 visualizza scarica. A differenza di Naaman con Eliseo (cf. 38 Ed egli disse: «Credo, Signore!». Non ascoltare e voltare le spalle – che ci fa indurire il cuore – ci porta su quella strada della infedeltà». Cercano di convincerlo, perché loro “sanno”, hanno l’autorità di discernere che Gesù è un peccatore, dunque non può fare nulla di buono. Ed egli diceva: «Sono io!». Essi hanno rigettato la parola del Signore, quale sapienza possono avere?» (Ger 8,7-9). 33 Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?”. Gesù, che non vede il peccato ma piuttosto la sofferenza e il grido di aiuto in essa presente, dichiara che quella malattia è l’occasione per il manifestarsi del Dio che interviene e salva. I suoi interlocutori gli domandano cosa sia accaduto ed egli racconta loro ciò che l’uomo chiamato Gesù ha fatto e detto. Il mistero della persona di Gesù determina una discriminazione tra gli uomini, poiché di fronte alla manifestazione della luce essi possono rimanere illuminatio abbagliati: 1. un giudizio di condanna per chi non crede nella sua parola: i … Essi allora, presi dalla curiosità, gli chiedono dove sia questo Gesù, per poterlo incontrare, ma egli non sa rispondere. Ma l’uomo guarito conferma, con buon senso: “Se sia un peccatore, non lo so. 33 Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 19 E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? v. 22). Se queste due dimensioni della fede, due dimensioni che sono appunto esistenziali e non possono essere assunte ad – mi si passi il termine – intermittenza, «Si perde il senso della fedeltà, e diventiamo cattolici infedeli, cattolici pagani o, più brutto ancora, cattolici atei, perché non abbiamo un riferimento di amore al Dio vivente. 40 Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 13-17). 4 Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 13 Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14 era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Ed egli diceva: «Sono io!». Ti vogliamo bene.”. : 90031080022 - IP 212.224.76.252. Gesù, qui, rovescia la logica secondo cui la malattia è interpretata come castigo divino, come punizione per aver peccato contro Dio. Come ti ha aperto gli occhi?». La lettura di questa quarta domenica di Quaresima è il capitolo nono del Vangelo secondo Giovanni, il brano conosciuto con il titolo di “Guarigione di un cieco nato”. 5 Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 19 E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Il lungo racconto della guarigione di un uomo cieco dalla nascita in realtà è la narrazione di un processo in diverse tappe intentato a Gesù. Gli ultimi versetti del capitolo sono densi di significato. Sembrano delle coperte abbandonate, in alcuni casi si mimetizzano con i rifiuti della città. Di fronte al male noi umani, soprattutto noi credenti, cerchiamo una spiegazione, vogliamo individuare la colpa e il colpevole. 5. 24 Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! 6 Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7 e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe» - che significa Inviato. Come potete dire: Noi siamo saggi, la legge/Torah del Signore è con noi? 4 Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Ti prego, perdonaci. Ci metti a disagio. Egli sceglie David, il più piccolo tra i suoi fratelli, e il profeta Samuele, obbediente al Signore, versa sul suo capo l’olio che lo rende l’Unto, il Messia del Signore, sul quale discende subito lo Spirito del Signore. L’uomo che era cieco, invece, ora vede, cioè sa: sa di essere stato guarito da Gesù, sa che Dio non ascolta il peccatore ma chi fa la sua volontà. Proviamo a seguire le tracce di questo racconto. In risposta, egli ironizza: “Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.8 Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Il messaggio della pericope è interamente incentrato sulla persona di Gesù, che continua a rimanere al centro della scena anche se dopo la narrazione iniziale del miracolo passano in primo piano le diverse reazioni degli attori, le polemiche, gli interrogatori: tutto infatti si riferisce a lui. Sovverte definitivamente la prospettiva tradizionale, non attribuisce più il peccato alla malattia, ma alla presunzione di conoscenza. Noi siamo discepoli di Mosè! «Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6 Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7 e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe» - che significa Inviato. 34 Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?».
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