Licensed under Creative Commons: By Attribution 3.0 License. [18] Nel dipinto del Metropolitan, in alto a sinistra (non ben visibile nella foto), sulla parete, è collocata una gabbietta con dentro un uccellino che probabilmente simboleggia il suono naturale. Tanto Del Monte che il Giustiniani erano appassionati di musica, possedevano collezioni di strumenti musicali, libri, dipinti, partecipavano attivamente a concerti, anche organizzati nelle proprie dimore; il Giustiniani era anche teorico musicale e alla pari del Del Monte e, forse dello stesso Caravaggio (nell'inventario delle sue'robe'del 1605 vi erano una "quitarra e una violina" , era un dilettante di musica[32]. Nel volto del giovane musico si è scorto un ritratto del pittore e amico di Caravaggio, Mario Minniti, autore dell’ “Immacolata con Sant’Antonio e donatori” della Chiesa di S. Pietro, di Piazza Armerina. 11. Citato da Maurizio Marini, op. [5], Alcune opere di Giovanni Busi detto il Cariani, I pittori profani della Bergamo del cinquecento, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Suonatore_di_liuto_(Giovanni_Cariani)&oldid=104761628, Dipinti nel Musée des Beaux-Arts di Strasburgo, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. cit., p. 379, n. 8. Egli fu collezionista di celebri opere d’arte e protettore di Galileo Galilei. Il Suonatore di Liuto (ex Beaufort) Sembrano maturi i tempi per affrontare la più importante questione caravaggesca emersa negli ultimi venti anni di ricerche, quella del Suonatore di Liuto proveniente dalla collezione del Duca di … Sul lato destro della tela vi è un paesaggio contadino, una casa con il tetto di paglia, un pozzo e un viandante, sullo sfondo il grigio delle montagne. Un rapporto simbolico può trovarsi con i cinque sensi, vista, olfatto, udito, tatto e gusto, infatti le corrispondenze possono essere con le figure offerte in primo piano (vista), i fiori (tatto e olfatto), il gusto (tatto e gusto), gli strumenti musicali ( il tatto e la vista, con il virtuosismo dell'esperienza delle corde distinte persino nello spessore o la posizione del violino che sporge dal tavolo verso lo spettatore come se potesse afferrarlo, l'udito )[30].Oltre ai sensi, anche l'armonia è alla base del soggetto. Altri lo identificano col castrato spagnolo Pedro Montoya, che in quegli anni era cantore nella Cappella Sistina; non a caso, il fanciullo ha le labbra dischiuse, come se stesse cantando accompagnandosi con lo strumento.[17]. Non è compreso fra gli autoritratti di Caravaggio giovane nello studio di fisiognomica dell'autoritratto di Caravaggio nei suoi dipinti di Mauro de Vito[23], che invece comprendono quelli del Bacco, del Bacchino malato, della Musica, del Ragazzo morso da un ramarro e del Fruttarolo. Appare assai interessante sottolineare la sfumatura incredibilmente sonora del dipinto caravaggesco, utile guida verso le inesorabili contratture della società artistica tardo cinquecentesca e al contempo spartito dalla quale leggere compiutamente le note di un’evoluzione musicale, oltre che l’immenso genio di un artista provato ma corroborato dalla virtù dell’ambizione, nell’animalesco spirito di un’anima errante. È la pr, @brianzabeerfestival #BBF Il Marini riteneva che questo dipinto potesse essere quello in collezione privata a Roma (2005, p. 144, n. 8 e p. 379). Quello che Valentina Rodi definisce “uno degli elementi più importanti e di spicco nei dipinti a sfondo musicale di Michelangelo Merisi“, come nel caso dei suoi fedeli seguaci, è senza dubbio il vibrante suono che annunciò il cambiamento nel cuore della musica, nella sua forma, nella predisposizione a essere manipolata, piegandosi all’esigenza del secolo e della sua ineffabile quanto impudica anima. 582v), non l'originale che si credeva perduto, ma una copia[6]. Il viso del giovane che guarda l'osservatore, trasmette l'immaginario musicale, il sogno e il desiderio di ascoltare. Di notevole bellezza è la natura morta di strumenti musicali sul tavolo che sembra fare da contrappunto alla gestualità morbida delle mani che toccano le corde. Maurizio Marini, che nutriva dubbi sulla versione Del Monte-Barberini, lo datava al 1595 (Marini, 2005, n. 9). If the file has been modified from its original state, some details may not fully reflect the modified file. è un'opera che chiede di essere condivisa, da pochi preparati osservatori. Il dipinto è stato sicuramente eseguito a Venezia, e sembra già preparare alla pittura naturalista dell'artista[5]. Nel 1966 le Poste russe hanno dedicato al dipinto dell'Ermitage un francobollo da 16 copechi. Tutti i madrigali trattano di temi amorosi e passionali. “Voi sapete ch’io v’amo, anzi v’adoro, / Ma non sapete già che per voi moro, / Chè, se certo il sapeste, / Forse di me qualche pietate avreste. L'elemento più pregevole del dipinto è sicuramente la doppia natura morta sul tavolo, rappresentata dai frutti (bellissima è la pera con i graffi bruni sulla buccia), dai fiori disposti nel vaso di cristallo che riflette la luce, e dallo spartito musicale. cit., p. 382. E si veda K. Christiansen, 12, Maurizio Marini, op. cit., p.382. La datazione del quadro è complessa, se Ernest Gunter Troche e la maggior parte dei critici lo identifica nell'età giovanile[4], quindi nel periodo veneziano, quando l'artista era molto condizionato dai lavori del Giorgione e del Tiziano, contrariamente qualcuno lo colloca nella terza decina del XVI secolo quando il pittore ormai in età matura, si permetteva di sviluppare i suoi lavori seguendo le caratteristiche altrui ma mantenendo una personale espressione artistica, mettendo questo suo lavoro forse tra i migliori[5]. Il dipinto ora all'Ermitage di San Pietroburgo proviene dalla collezione Giustiniani come è testimoniato dall'inventario del 1638: "Nella stanza Grande de Quadri Antichi...8 Un quadro sopraporto con una mezza figura di un giovane che suona il Leuto con diversi frutti e fiori e libri di musica dipinto in tela alto pal.8, larg. Ala sco, #ENNIOMORRICONE Lo stile inneggiato dal Monteverdi venne furiosamente osteggiato dal critico e tecnico musicale Giovanni Maria Artusi, autore del dialogo dal titolo “Delle imperfezioni della moderna Musica“, degno sostenitore del non mutamento e accanito antagonista della “crudezze” di una musica fertile agli artifici barocchi, fatta di quegli echi “aspri et all’udito poco piacevoli”. Nella Collezione di Alessandro Vittrice, ecclesiastico figlio di Girolamo ed Orizia di Lucio Orsi, sorella di Prospero, propagandista (o ‘’Turcimanno’’) del Caravaggio, esisteva un dipinto di simile iconografia non identificato e probabilmente perduto curiosamente descritto come "un quadro grande di una donna vestita di Diana, che suona il Cimbalo cornice arabescata m(ano) del Caravaggio". / Ma se per mia ventura / Talhor ponete cura / Qual stratio fa di me l’ardente foco, / Consumar mi vedret’a poco a poco.”, (“Primo libro di madrigali a quattro voci”, Jacques Arcadelt, 1539). Il miglior #Beerfestiva, Enjoying sunrises. Dalla recente scoperta da parte del giovane ricercatore Riccardo Gandolfi di un manoscritto di Gaspare Celio contenente con altre Vite, la inedita Vita di Caravaggio (essendo del 1614, si tratta della prima Vita di Caravaggio, scritta a soli quattro anni dalla morte del Merisi), apprendiamo che Il suonatore di liuto era stato dipinto da Caravaggio nella casa di Prospero Orsi, suo amico e propagandista che avendo saputo che il Cardinal Del Monte cercava un bravo pittore per eseguire delle copie per la sua collezione, presentò il Merisi e, probabilmente, gli mostrò anche il dipinto che con altri del pittore lombardo servì a convincere Del Monte a prenderlo presso di sé[14]. Il dipinto del Metropolitan Museum di New York, presenta una iconografia diversa rispetto a quello dell'Ermitage, sebbene la radiografia ne abbia rivelato una originaria medesima disposizione degli oggetti poi variati in seguito: su di un tavolo coperto da un tappeto orientale che accentua lo spazio e la distanza fra il suonatore e lo spettatore, sono collocati un flauto dolce, al centro in primo piano e, a sinistra, al posto del vaso di fiori, un virginale. Una parte della critica lo identifica col pittore siciliano Mario Minniti, amico di scorribande, e forse amante, di Caravaggio. la citazione in Kristina Hermann Fiore. This page was last edited on 23 April 2018, at 11:55. Nei secoli scorsi anche la Gentileschi a Washington che accorda il liuto era considerata di Caravaggio. Non gli importava d’altro che della musica, e accennava con la testa mentre affermava: “C’è qualcosa nella musica e … E questo (disse) che fu il più bel pezzo, che facesse mai” (BAGLIONE). Cfr. Il dipinto del Metropolitan Museum di New York sarebbe quello riportato nell'Inventario dei beni del cardinal Francesco Maria Bourbon del Monte, compilato il 21 febbraio del 1627: "Nella terza stanza à mano destra [del palazzo di Ripetta]...un Quadro con un'huomo, che suona il leuto di Michel Angelo da Caravaggio con Cornice negra di palmi sei" (Roma, Archivio di Stato, 30 Notaj Capitolini, Paulus Vespignanus, ufficio 28, vol. 8. La nota descrizione del Baglione, del 1642, si riferisce sicuramente a questo dipinto: " ...e dipinse per il Cardinale [Del Monte] anche un giovane, che sonava il Lauto, che vivo, e vero tutto parea con una caraffa di fiori piena d'acqua, che dentro il reflesso d'una finestra eccellentemente si scorgeva con altri ripercortimenti di quella camera dentro l'acqua, e sopra quei fiori eravi una viva rugiada con ogni esquisita diligenza finta. Simple little background lute piece. Una parte della critica lo identifica col pittore siciliano Mario Minniti, amico di scorribande, e forse amante, di Caravaggio. Nel 1985 il Wolfe rende noto un documento, del passaggio da Del Monte al Barberini per arrivare a dimostrare con certezza la presenza di una duplice redazione iconografica del dipinto[10], senza poter escludere che, molto copiato e le copie talvolta trattate alla stregua di originali, fosse proprio l'autografo Del Monte a pervenire al Giustiniani. Durante gli anni venne comunque inserito nell'elenco delle opere del Giorgione o nel 1932 in quelle di Palma il Vecchio, la tela ha sicuramente tutte le caratteristiche fondamentali per essere assegnata a Giovanni Busi[3]. Suonatore di Liuto by KevinMacLeod published on 2014-05-13T11:13:28Z. Altri lo identificano col castrato spagnolo Pedro Montoya, che in quegli anni era cantore nella Cappella Sistina; non a caso, il fanciullo ha le labbra dischiuse, come se stesse cantando accompagnandosi con lo strumento.[17]. Il destino dei dipinti della raccolta Vittrici, salvo che per la, 14. Il Moir, citato da Marini, si chiede se " non potrebbe indicare che l'amore è finito e che il musicista è abbandonato alla solitudine? La prima menzione della scoperta del dottor Riccardo Gandolfi è comparsa in un articolo-intervista a cura di, L'identificazione possibile (ma non certa) si basa sull'incisione del ritratto del pittore siracusano Mario Minniti (basata sul dipinto attribuito a Marcellino Minasi) amico intimo del Caravaggio e acclusa in. Suonatore di liuto è il soggetto di un dipinto realizzato tra il 1595 e il 1596 dal pittore italiano Caravaggio. L. Pericolo, D. M. Stone, “Caravaggio: Reflections and Refractions”, Ashgate, Farnham, 2014. Alcuni, come Julian, pensano che si tratti di un ragazzo abbigliato da donna, ma non il pittore travestito[22]. Scrive Frommel: la "figura rappresentata diventa più persona" favorendo maggiormente l'impressione di un "dirimpettaio animato"[16]. Autoritratto come suonatrice di liuto Autore: Artemisia Gentileschi 1615-1617 circa Minneapolis, Curtis Gallery. Dare pari dignità, dunque tanto alla natura morta quanto alla viva e in questo senso la frase del Moir, dopo un'attenta osservazione dei fiori sul modello della tradizione di uno specialista come Jan Bruegel, ci sembra piuttosto convincente: " I fiori di Caravaggio hanno meno l'aspetto di esemplari conservati (come in Bruegel), sono più vitali, come creature vive che ancora reagiscono crescendo al sole, nella terra, alla luce"[26]. . Il quadro ci raffigura un giovane musicista mentre suona il liuto, ma se l'impianto tematico è sicuramente giorgiano non lo è certamente nella ruvida caratterizzazione del viso che è opposta alla pittura del veneziano. La scelta di soggetti e tematiche in diretta connessione con la musica, si spiegano con il profondo legame che legò Caravaggio alla figura di Francesco Maria Del Monte nel corso del soggiorno romano, contesto all’interno della quale l’artista potette intingere la crine dei propri pennelli nell’autentica emancipazione dei poeti “manieristi”, in quella libertà espressiva visibile in letteratura nel dramma pastorale del “Il pastor fido” di Giovan Battista Guarini: “Complessa è la natura di questo ‘stil nuovo’ […] Essa è insita nell’armonia dei suoi colori e nella particolare natura del suo dipingere: armonia rara e sottile, composta da una specifica scelta di toni e da una particolare maniera di impiegarli […] con la novità e la qualità del sua tavolozza egli colpì i contemporanei al tal punto che perfino i nemici ne riconobbero i meriti: in lui la tecnica stessa è poesia.” (JULLIAN).
2020 suonatore di liuto