schiacciante superiorità militare, i Romani impiegarono tre anni prima di poter impadronirsi della città. la metà del III secolo iniziò la sua decadenza, accelerata dal disordine che "Puni" era il termine con cui i Romani chiamavano i Cartaginesi: ecco perché si chiamano Guerre Puniche! Però in Africa in sua assenza la situazione dei Greci andò rapidamente peggiorando e nemmeno il ritorno del tiranno fra le sue truppe (composte da circa 6 000 Greci, 6 000 mercenari celti, sanniti ed etruschi e 10.000 Libi) le salvò da una serie di sconfitte: l'esercito greco si ammutinò allora ad Agatocle, che fu costretto a fuggire nottetempo in Sicilia. assistito da due vicari. Asdrubale, che difendeva il porto con 7.000 uomini, fu attaccato di notte e costretto a riparare a Birsa. I Cartaginesi fra il 560 a.C. ed il 550 a.C. decisero di inviare in Sicilia il generale Malco al comando di un esercito che riportò successi militari contro i Greci dell'occidente siculo. Nel frattempo ignorò completamente gli articoli del trattato firmato l'anno prima con Imilcone, che garantiva l'autonomia delle città greche di Sicilia, e nel 403 a.C. sottomise Nasso, Catania e Leontini, trasferendone gli abitanti a Siracusa. I consoli romani avevano però precise istruzioni di eliminare per sempre la città. I Greci evitarono per secoli lo scontro coi Fenici fondando le loro colonie al di sopra dell'asse Gibilterra-Sicilia-Cipro. Per l'onta Imilcone si lasciò morire di fame a Cartagine. Il vice di Annibale, Imilcone, riuscì a risollevare gli animi nell'accampamento cartaginese[23], ma dovette fronteggiare l'arrivo di 35.000 siracusani in aiuto ad Akragas. tradizione, il principale banditore di questa impresa fu Catone, che terminava Per Guerre Puniche (264 a.C. - 146 a.C.) s'intendono una serie di conflitti che tra il III e il II secolo a.C videro come protagoniste Roma e Cartagine, che si sfidarono per la supremazia totale sul Mar Mediterraneo. Secondo la tradizione, sulle rovine di Cartagine venne sparso il sale: un atto simbolico per rendere sterili i resti e sancire l’impossibilità di ricostruzione. La Seconda guerra punica si era conclusa con un accordo di pace. I Cartaginesi quindi compresero che negli imminenti Approfittando di una breve tregua, Cartagine riorganizzò l'esercito e nei pressi del monte Cronion o Kronion (chiamato oggi San Calogero: località presso Sciacca, l'antica Terme Selinuntine[senza fonte]) stavolta furono i Punici guidati dal figlio di Magone a sconfiggere le truppe di Dionisio: i Siracusani persero circa 14.000 uomini, tra cui anche il fratello di Dionisio I, Leptine[31]. Fu però a Canne (in Puglia), nel 216 a.C. che Annibale mostrò tutto il suo genio militare, infliggendo agli avversari una delle più cocenti sconfitte militari dell'intera storia romana. Imilcone poté quindi occupare le due città sulla strada di Siracusa senza colpo ferire. quadro di queste cerimonie è reso ancora più tetro dal fatto che ai parenti Ma la cosa non era destinata a durare... Sia Roma che Cartagine continuavano a crescere per ricchezza e forza militare, dunque era quasi inevitabile che ad un certo punto le due potenze si sarebbero trovate a rivaleggiare per invadere una la sfera d'influenza dell'altra. di comunicazione con le autorità celesti. forze espansionistiche dello Stato Romano, sia il ceto affaristico dei cavalieri Terillo si rivolse, allora, per aiuti a Cartagine, dando come ostaggi ad Amilcare per provargli la propria fedeltà i figli del genero Anassilao. colonia al posto dell’antica città, chiamata dal nome dell’antica dea A questi bisogna aggiungere le forze navali con i loro costi e i loro uomini. - - La situazione economica e sociale di Roma, al termine delle tre guerre puniche era talmente cambiata che Scipione Emiliano, nel 142, pregò per la conservazione della Repubblica e non per il suo ampliamento. di Baal-Saphon. 260 a.C.: il console Caio Duilio sconfigge la flotta punica a Milazzo. sottomettere la popolazione dei Celtiberi. Nel 480 a.C. la Sicilia divenne il teatro di una prima grande campagna militare cartaginese, conclusasi tuttavia molto presto con una sconfitta. La Repubblica però, seppur con gran fatica, riuscì a rimettere in piedi una nuova flotta e nel 241 a.C il console Quinto Lutazio Catulo sbaragliò ancora le navi cartaginesi presso le isole Egadi ponendo fine alla prima guerra punica. Ma una flotta di 200 navi cartaginesi giunte in soccorso riuscì a sorprendere e sconfiggere una flotta di 130 triremi siracusane presso il porto di Erice, Drepana, ponendo termine all'assedio. Annibale come prima mossa assediò la città di Akragas, cui aveva invano chiesto di allearsi o restare neutrale. Sebbene Roma avesse ormai annichilito Cartagine ponendola in una posizione subalterna, questa continuava ancora a fare paura ad una certa "fetta" del Senato, la quale era convinta che la potenza fenicia prima o poi sarebbe tornata a minacciare l'autorità romana. Roma si accontentò di quanto aveva fatto Cartagine? A Nel 276 a.C. fu quindi costretto ad abbandonare la Sicilia e venne attaccato nella traversata dello Stretto di Messina dalla flotta cartaginese, che affondò o catturò 70 delle sue 110 navi. offerta di vite umane. 120.000 uomini per Timeo, 300.000 per Eforo, secondo il resoconto di Diodoro Siculo. e costruì edifici; l’apparato esteriore però non poteva compensare Cartagine Secondo la versione corrente a questo punto i tiranni sicelioti, opponendosi alla egemonia siracusana, spinsero Timoleonte ad accettare un trattato di pace che, pur rendendo libere tutte le città greche dal giogo cartaginese e vietando a Cartagine di supportare i tiranni avversi a Siracusa, riportava il confine tra territori punici e greci al fiume Platani, vanificando di fatto la vittoria greca[36]. Ma il peggio doveva ancora venire perché nel frattempo Scipione, contravvenendo alla decisione del Senato, nel 204 a.C era sbarcato in Africa e stava minacciando Cartagine. I malcapitati non poterono ribattere che Roma non avesse protetto, come invece promesso, i territori della sconfitta rivale e dovettero accettare le condizioni che furono poste: Cartagine consegnò al campo romano di Utica 200.000 armature, 2.000 catapulte e altro materiale bellico. Cartagine, per evitare la guerra con Roma, le consegnò le sue armi e cercò di venire a patti. Asdrubale prese il potere con un colpo di Stato rompendo la concordia precedente e ordinò di esporre sulle mura i prigionieri romani, orrendamente mutilati, per intimorire le truppe nemiche. Meno di dieci anni più tardi, nel 368 a.C. Dionisio I ritentò l'eliminazione totale dei Punici dall'isola: con un esercito di 33.000 uomini prese Selinunte, Erice, Entella ed assediò Lilibeo, la città divenuta la nuova roccaforte cartaginese dopo la fine di Mozia. Con una serie di riforme sociali ed economiche iniziò la trasformazione del regno da pastorale con società nomade ad agricolo e stanziale. Antichi Egizi, Romani, Maya e Atzechi: perché queste antiche civiltà sono scomparse? Gli abitanti di Cartagine costretti a emigrare o resi schiavi, la città rasa al suolo e cosparsa di sale; il territorio punico diventa provincia romana col nome di Africa e con capitale Utica. Gli eletti al sacrificio, bambini e adulti, venivano arsi Quali erano invece queste grandi differenze? I "Mamertini" (figli di Marte) controllavano Messina spargendo terrore nei territori circostanti. In questi giorni, sbarrate le porte della città e rinforzate le mura, iniziò una frenetica corsa al riarmo. Per sopravvivere la Inoltre, a spalleggiare i senatori favorevoli al Censore, v'erano anche i cavalieri, che gestivano le attività commerciali. mani aperte di una grande statua di bronzo e di lì fatti scivolare nel fuoco. Dato, quindi, che i Cartaginesi si stavano ritirando dalla Sicilia, allentando l'assedio a Siracusa per soccorrere Cartagine, Agatocle, forte dei successi in Africa tra i quali la presa di Utica, fece ritorno in Sicilia con 2 000 uomini per fronteggiare una coalizione di città siceliote ribelli capeggiate da Akragas e liberare definitivamente Siracusa. Nella I difensori contrattaccarono e distrussero parte delle macchine belliche. Fine della II guerra Partecipava anche, come tribuno, Scipione Emiliano, figlio del console Lucio Emilio Paolo Macedonico, vincitore a Pidna che era stato adottato nella gens Cornelia dal figlio di Scipione Africano. Dopo - Sbarcato a Palermo, l'esercito cartaginese si portò nei pressi di Imera, dove fu pesantemente sconfitto nella battaglia di Imera, in cui lo stesso Amilcare trovò la morte per le ferite o per il suicidio suggerito dalla vergogna. La Terza guerra punica, 149-146 a.C. La Seconda guerra punica si era conclusa con un accordo di pace. Infine Con tutta probabilità, tentò di I Siracusani, vinta una piccola battaglia navale coi Cartaginesi nei pressi della costa di Erice, intuendo l'imminente spedizione punica inviarono invano richieste d'aiuto alle città greche d'Italia ed a Sparta. Grazie alla posizione difficilmente prendibile (Akragas sorgeva su colline scoscese che erano state fortificate da ciclopiche mura nei punti più vulnerabili) gli Agrigentini respinsero l'attacco e lo stesso Annibale morì in un'epidemia di peste che divampò nell'accampamento cartaginese. 25 anni dalla distruzione di Cartagine, nel 122 a.C. fu fatto un tentativo da Egli, alla fine di ogni suo intervento in senato, soleva ripetere che Cartagine doveva essere distrutta (delenda Carthago) prima che fosse troppo tardi. Qui intrattennero ottimi rapporti con le popolazioni elime[6] di Segesta, Erice, Entella, Iaitias (secondo la tradizione classica esuli troiani, quindi avversi ai Greci). Tuttavia la prosperità commerciale di questa città, che si era ripresa rapidamente dai danni del conflitto, non mancava di impensierire l’opinione pubblica romana. La flotta fu distrutta, il tunnel-canale chiuso e presidiato. Cartagine, città fenicia fondata nell'814 a.C., nel V secolo a.C. era ormai una superpotenza ed influenzava da tempo le colonie fenicie di Sicilia controllando di fatto l'intero Mar Mediterraneo occidentale grazie alla potente flotta. Assaltò poi con violenza Selinunte[17] dopo aver ricevuto aiuti da Segesta e da altri alleati[18]. Nel 345 a.C. gli aristocratici siracusani chiesero alla madrepatria Corinto di liberarli dalla tirannide di Dionisio II. Fra il suo Stato e gli ex possedimenti di Cartagine fu scavato un fossato (poi Fossa Regia) che segnò definitivamente il confine fra la Numidia (per il momento ancora indipendente) e la neonata Provincia romana d'Africa. I territori a sud di Roma che avevano sopportato le scorribande, dei Cartaginesi prima e delle legioni poi, erano in condizioni disastrose (nel solo 214 a.C. nove villaggi distrutti e 32.000 civili resi schiavi). Gli ambasciatori riuscirono a replicare che Roma non teneva fede alle promesse ma fu loro obiettato che Roma aveva promesso la salvezza ai cittadini, non alla città. La città sguarnita fornì ai Punici un bottino mai visto: dopo sette mesi di assedio, Akragas cadde nel dicembre del 406 a.C. Conquistata Akragas, Imilcone pose l'assedio a Gela. Nel 315 a.C. Agatocle, divenuto tiranno di Siracusa anche grazie all'aiuto cartaginese dopo un periodo di circa venti anni di tranquillità politica e sociale con Timoleonte, fece rientrare nella sua area di influenza la città di Messina ed altre città siceliote come Milazzo, Centuripe e Taormina[37]. Terza Guerra Punica e Distruzione di Cartagine Le rovine della città di Cartagine in Tunisia La Terza guerra punica ebbe inizio nel 149 a.C. con l’assedio di Cartagine e terminò tre anni dopo, nel 146 a.C., con la sua totale distruzione. Nel 406 a.C. Cartagine, usando come pretesto le incursioni del siracusano Ermocrate nelle regioni di Mozia e Palermo, decise di tentare la conquista dell'intera Sicilia, nonostante i cittadini siracusani contrari a Ermocrate fossero ricorsi a negoziati nel tentativo di evitare la guerra[21]. Cartagine, la possente regina del Mediterraneo che aveva fatto tremare Roma, fu rasa al suolo, la città fu sistematicamente bruciata, le mura abbattute e il porto distrutto. La sconfitta fu decisiva e ancora una volta Cartagine dovette sottomettersi alle condizioni romane, rinunciando ai possedimenti in Spagna e Nord Africa, smantellando la flotta e accettando di dover chiedere il permesso ai Romani per poter muovere guerra contro ogni altro nemico. I delle vittime era severamente vietato esternare il proprio dolore dinanzi Qui Amilcare sottomise molte popolazioni locali, spingendosi ai confini dei possedimenti di Roma. LA TERZA GUERRA PUNICA (149 a.C. - 146 a.C.). Dopo gli eventi della seconda campagna siciliana la sfera di influenza cartaginese sull'occidente siciliano divenne una vera e propria "epicrazia"[14], configurandosi pienamente in una zona di controllo militare e commerciale. Quelli che riuscirono a fuggire fondarono Lilibeo. 150 a.C.: Cartagine attacca il Regno di Numidia. Ma non aveva la stessa influenza. L’impero di Bisanzio tentò inutilmente la Terza guerra punica (149 a.C. - 146 a.C.) Lo stesso argomento in dettaglio: Terza guerra punica. Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, XIII, 79-114, "Mozia aveva probabilmente l'aspetto di una città italiana del Rinascimento, poiché molti dei suoi edifici erano delle torri di vari piani. Roma intervenne subito e Cartagine accettò tutte le condizioni, tranne quella di abbandonare la città e fondarne una nuova, più lontana dal mare. Fu così Secondo la - punica. apparivano piuttosto abbandonati a un mondo infero del quale nessuno aveva Visto il fallimento della sua offensiva, decise di evacuare nottetempo tutta la popolazione di Gela e successivamente anche quella di Camarina, visto che non sarebbe riuscito a difendere nemmeno questa città. Cartagine aveva grossi interessi nella punta occidentale sicula e raccolse la richiesta di aiuto degli Elimi, che si erano offerti di diventare membri dipendenti dell'impero cartaginese. Ben 15 km più all'interno, lontano dalla sua prosperità; lontana dal mare. La terza guerra punica fu combattuta fra Cartagine e la Repubblica di Roma fra il 149 a.C. e il 146 a.C. Fu l'ultima delle tre guerre fra le antiche civiltà del Mar Mediterraneo. La città venne Scipione espugnò la capitale nemica Numanzia Terza Guerra Punica Dopo la fine della seconda guerra punica Cartagine aveva cessato di rappresentare un pericolo per Roma e aveva accettato il ruolo di Stato satellite. "Escano dunque dalle mura gli abitanti e vadano ad abitare ad ottanta stadi dal mare". Manio Manilio Nepote portò i suoi uomini alle mura della cittadella mentre Censorino tentò di bloccare il porto con la flotta. Dalle mura della cittadella la moglie di Asdrubale, fra sanguinose ingiurie e maledizioni al marito, gridò una preghiera a Scipione di punire il codardo indegno di Cartagine, poi salì al tempio incendiato, sgozzò i figli e come Didone si lanciò fra le fiamme. Intorno al 580 a.C. Pentatlo di Cnido, a guida di un numeroso gruppo di Cnidii e Rodii, in prossimità di capo Lilibeo, guidò i Greci di Selinunte nel territorio nemico. L’offerta di doni I Cartaginesi, riorganizzatisi nel periodo in cui Dionisio I combatteva in Italia e prendeva Reggio, nel 382 a.C. tornarono in Sicilia, trovando appoggio fra gli italioti, pronti a sostenere Cartagine per timore dei Siracusani. Protagonista della ripresa cartaginese fu la nobilissima famiglia dei Barca, di cui prima il generale Amilcare e poi il figlio Annibale furono gli esponenti più illustri. Alcune di queste divennero vere e proprie metropoli dell'antichità: Siracusa, con i suoi 500 000 abitanti ed i due imponenti porti, la lussuosa e superba Agrigento e la dinamica Selinunte, spiccavano fra le altre per ricchezza e bellezza. Né si ripromettevano molto dalla vita Nel 409 a.C. Annibale Magone guidò quindi un grande esercito[15] che sbarcò in Sicilia nei pressi del promontorio di Lilibeo[16]. L’accordo vietava a Cartagine di fare guerre, anche in Africa, senza il consenso romano. Subito dopo la partenza dei Cartaginesi, Dionisio I cominciò a fare progetti per eliminare la presenza punica dalla Sicilia. Mozia non fu mai più ricostruita dai Cartaginesi. Cartagine era governata da un'oligarchia più conservativa, che riservava la cittadinanza (dunque uno status privilegiato) solo a chi poteva vantare origini puramente cartaginese, mentre Roma si stava aprendo per inglobare le importanti famiglie etrusche, latine e delle popolazione italiche che via via erano finite sotto il dominio dell'Urbe. Il capo cartaginese Imilcone cercò di distogliere Dioniso dall'assedio di Mozia con una incursione nel porto di Siracusa; l'incursione portò alla distruzione di diverse navi, ma Dionisio continuò l'assedio di Mozia costruendo un molo di accesso alla fortezza e sfruttando macchine d'assalto di nuova concezione: catapulte e torri d'assedio di sei piani[25]. a differenza delle altre sue concorrenti che già da tempo operavano con la Conquistata Siracusa, Timoleonte distrusse le fortificazioni di Ortigia e decretò la democrazia. A Roma, allora, si diffuse il timore che la città potesse riarmarsi e attaccarla. Le Tre Guerre Puniche furono combattute a cavallo del III e del II secolo a.C tra Roma e Cartagine. L'equilibrio si ruppe con la fondazione delle colonie Cirene (sulla costa Africana) e delle colonie siceliote[5]. la capitale del suo regno. censore Marco Porcio Catone, che volevano distrarre dall’Oriente le 146 a.C.: Cartagine è rasa al suolo. Nel 510 a.C. il principe Dorieo, figlio del re Anassandrida di Sparta, conquistò alcuni territori nella zona di Erice (città elima filo-punica), fondandovi la colonia di Eraclea[10], forse in prossimità del promontorio del Monte Cofano[11]. A questo punto Dionisio tentò di isolare la fanteria di Imilcone dalla flotta che l'accompagnava: Leptine con 180 navi siracusane attaccò la flotta cartaginese (circa 200 navi) al largo di Catania, ma le navi puniche, più leggere ma anche più numerose e meglio manovrate, vinsero la battaglia navale[28] e Dionisio dovette ritirarsi a Siracusa. 221 a.C.: Annibale prende Sagunto, in Spagna, alleata dei Romani. Fu Cartagine a raccogliere la sfida ergendosi a capofila della cultura Fenicia in Occidente. Sia Roma che Cartagine continuavano a crescere per ricchezza e forza militare, dunque era quasi inevitabile che ad un certo punto le due potenze si sarebbero trovate a, Animali domestici: cani, gatti e altri pet, App per imparare la matematica e le tabelline, 10 cose che (forse) non sai sulla vita di un Antico Romano, Alla scoperta degli dei dell'Olimpo della Grecia antica. Però la sua ripresa si sarebbe potuta trasformare in un pericolo per il futuro. I Cartaginesi furono fatti schiavi e il territorio della città, nel 146 a.C., divenne la prima provincia romana in Africa. Il sito di Cartagine era però troppo ben scelto perché rimanesse disabitato e una nuova città nacque con lo stesso nome e crebbe, diventando la seconda città nella parte occidentale dell'Impero romano. I Romani approfittarono del fatto che il re href="battaglia_zama.htm">Massinissa occupava continuamente i territori cartaginesi. LA TERZA GUERRA PUNICA (149 a.C. - 146 a.C.) Sebbene Roma avesse ormai annichilito Cartagine ponendola in una posizione subalterna, questa continuava ancora a fare paura ad una certa "fetta" del Senato, la quale era convinta che la potenza fenicia prima … Publio Cornelio Scipione, detto l' Africano (236 a.C. – 183 a.C), fu l'eroe romano che ribaltò le sorti della Repubblica durante la Seconda Guerra Punica. L’assedio si concluse nel Dopo alcuni anni di schermaglie inconcludenti, nel 375 a.C. le truppe cartaginesi furono sconfitte a Cabala, nella parte occidentale dell'isola[30]. La mossa temeraria dei Siracusani ed il tiro delle catapulte indussero i Cartaginesi a ritirarsi e abbandonare Mozia al suo destino. Tornato in Italia con ancora più radicata la convinzione che Cartagine stesse risorgendo economicamente e anche riarmandosi, Catone intensificò la sua martellante campagna per la distruzione della città. LA TERZA GUERRA PUNICA (149 a.C. - 146 a.C.) Sebbene Roma avesse ormai annichilito Cartagine ponendola in una posizione subalterna, questa continuava ancora a fare paura ad una certa "fetta" del Senato, la quale era convinta che la potenza fenicia prima o poi sarebbe tornata a minacciare l'autorità romana. Cartagine passò sotto parte di Caio Gracco e del partito democratico di fondare una nuova I Romani poterono concentrarsi meglio su Cartagine. L'esercito romano sbarcò vicino a Utica. venerarono divinità fenicie d’Oriente, le quali tuttavia presero a già avvantaggiata dalla sua posizione, divenne una delle colonie romane più La situazione si capovolse nuovamente nelle settimane successive, quando una flotta di Imilcone, salpata da Palermo e Mozia, riuscì ad ottenere una grande vittoria contro un convoglio di navi siracusane che portavano provviste ad Agrigento. - si tratti di sacrificio propiziatorio o di sacrificio col fuoco -, sono dovuti Eliminati FONTI: Treccani; Ab Urbe Condita (Tito Livio); Focus Storia; Dizionario di Storia (Istituto dell'Enciclopedia Italiana). Il generale punico fu abile a evitare la flotta di Leptine (che riuscì a intercettarne solo una parte, affondando 50 navi da trasporto con 5.000 soldati) e a sbarcare a Palermo. Il pretesto Furono usati tutti i mezzi per rallentare l'inesorabile avanzata dei legionari ma l'esito era scontato.
2020 terza guerra punica