Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutt'e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente (...) inviato, non in Germania, dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata, ma nei campi di concentramento dell’estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria: di una Vittoria da cui dipende la redenzione della nostra Patria disonorata non dal suo popolo eroico ma dal tradimento di pochi indegni.», La reazione della sinistra, dei movimenti e delle associazioni genovesi, I giorni successivi e l'annullamento del congresso, Intervista a Giovanni Agosti (operaio genovese deportato a, E Tambroni disobbedì al "ghostwriter" Gronchi, Giugno 1960, Genova brucia la rivolta nell'anno del miracolo, Convalida del senatore Michele Basile in sostituzione del senatore Michele Barbaro (deceduto), dal sito weh del Circolo Sandro Pertini di Genova, i Gonfaloni della città Medaglia D'oro della Resistenza, buona anteprima di Storia illustrata del fascismo Di Francesca Tacchi con foto scontri a Genova, Manifesto degli intellettuali antifascisti, Partecipazione degli antifascisti italiani alla guerra civile spagnola, Tribunale speciale per la difesa dello Stato, Partito Socialista Italiano (massimalista), https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Fatti_di_Genova_del_30_giugno_1960&oldid=115661507, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. La scultura e l'acciaio. Il strada Via 30 Giugno 1960 è una strada nuova in Genova.Il corso della strada Via 30 Giugno 1960 è visualizzata sulla mappa. [31] I manifestanti giunsero così in piazza de Ferrari, dove molti si fermarono nei dintorni della fontana centrale ove erano presenti alcuni mezzi motorizzati della polizia, oltre ad agenti a piedi, e la situazione cominciò a peggiorare. Sempre l'8 luglio a Firenze, una manifestazione di protesta relativa ai recenti avvenimenti di Reggio Emilia venne caricata dalla polizia[38]. La fiducia al governo fu quindi votata anche dai deputati missini. La tensione in città cominciò a salire di nuovo. Ad Antonio Segni venne chiesto di provare a costituire un nuovo esecutivo, ma i suoi tentativi non ebbero successo. Nelle mani dei manifestanti comparvero, stranamente bombe lacrimogene. Sind Sie als Käufer mit der Versanddauer des entsprechenden Produkts OK? [31] Gli scontri proseguirono e gli organizzatori della manifestazione temettero che, per porvi fine, venisse ordinato alle forze dell'ordine di aprire il fuoco sulla folla, azione che avrebbe causato numerosi morti. A seguito delle proteste e dello sfaldarsi della propria maggioranza il Governo Tambroni si dimise il 19 luglio. Il discorso di Pertini, particolarmente appassionato, verrà soprannominato in genovese "u brichettu" (letteralmente "il fiammifero") per aver simbolicamente "incendiato" la popolazione genovese[14]. In un suo discorso alla Camera dei Deputati relativo agli scontri del giorno precedente, Sandro Pertini accuserà la Polizia ("a provocare gli incidenti non sono stati i carabinieri, non le guardie di finanza: è stata la polizia"), aggiungendo che questa abbia mantenuto un comportamento fazioso anche nelle manifestazioni dei giorni precedenti al 30 giugno[38]. Per passare alla strada Via 30 Giugno 1960 in Genova? A questa manifestazione parteciparono circa 30.000 persone[29]. La scultura e l'acciaio. Cominciò a circolare l'ipotesi (sposata per esempio dal The New York Times in un articolo sugli scontri dell'11 luglio intitolato "Violence in Italy") che le manifestazioni che stavano avvenendo in tutta Italia e le relative violenze fossero organizzate dal PCI, facendo riferimento ad un recente (dal 21 giugno al 4 luglio[43]) viaggio di Togliatti a Mosca[43]. Dopo gli scontri si registrarono numerosi fermi e arresti nel quartiere Testaccio: la rivista L'Espresso nel successivo numero del 17 luglio a questo proposito scriverà "Per molte ore, in quelle zone, chiunque non aveva la cravatta veniva fermato interrogato, spesso bastonato".[39]. seine 30 giugno genova sollte selbstverständlich ohne Abstriche zu machen Ihrem Traum nahekommen, dass Sie zu Hause danach nicht von der Investition enttäuscht werden! Il giorno seguente la stessa SARP negò la disponibilità del teatro Margherita, dicendosi disponibile a ospitare l'incontro presso il teatro Ambra[39], ma il direttivo del Movimento Sociale, guidato da Arturo Michelini, respinse la proposta e decise di annullare la manifestazione denunciando: "le gravissime responsabilità che da un lato i sovversivi e dall'altro il governo si sono assunti nel rendere praticamente irrealizzabile un congresso di partito e nel tollerare una sfrontata violazione del codice penale vigente".[35]. [31], A questo punto lo scontro divenne aperto: le camionette e le jeep della celere effettuarono cariche sia nella piazza, sia nelle vie limitrofe, sia sotto i porticati della parte alta di via XX Settembre. Il 13 giugno alla richiesta di non fare svolgere il congresso si aggiunse in maniera ufficiale la Camera del lavoro. Nel corso di quel corteo si decise d'indire per il 2 luglio un comizio, nel quale sarebbe intervenuto Ferruccio Parri. Qui potete trovare la mappa e la posizione esatta della nuova strada. Il presidente dell'ANPI, Giorgio Gimelli, si accordò quindi con alcuni ex-partigiani, tra cui un funzionario di polizia, per impegnare gli aderenti all'associazione per fermare gli scontri, ricevendo in cambio l'assicurazione che le forze dell'ordine si sarebbero ritirate senza effettuare nessun arresto. La rivolta di Genova nelle parole di chi c'era (Italian Edition) Carlo Mo a Genova. Il 30 la manifestazione, seppur in un'atmosfera tesa, si svolse inizialmente senza particolari problemi: partendo dal primo pomeriggio da piazza dell'Annunziata, i manifestanti proseguirono per via Cairoli, via Garibaldi, via XXV Aprile, piazza De Ferrari, via XX Settembre (dove furono deposti fiori davanti al sacrario dei caduti, situato sotto al ponte Monumentale), per poi terminare in piazza della Vittoria, con un comizio dal segretario della Camera del Lavoro. [31] Nelle foto della manifestazione si vedono sia politici sia comandanti partigiani che sfilano preceduti dai Gonfaloni della città. Welchen Kostenpunkt hat die 30 giugno genova überhaupt? Was für ein Endziel beabsichtigen Sie nach dem Kauf mit seiner 30 giugno genova? Dopo nuovi tentativi, da parte di Amintore Fanfani di formare il governo con una maggioranza diversa, si arrivò al 21 aprile, quando il presidente Giovanni Gronchi decise di respingere le dimissioni di Tambroni. Con la locuzione fatti di Genova del 30 giugno 1960 ci si riferisce agli scontri seguiti al corteo indetto dalla Camera del Lavoro e appoggiato dall'opposizione di sinistra il 30 giugno 1960 per protestare contro la convocazione a Genova del sesto congresso del Movimento Sociale Italiano. Secondo questa nota, in parte a causa delle condizioni precarie di povertà e disoccupazione in cui vivevano i lavoratori del porto, in cerca di uno sfogo per il malcontento accumulato, in parte per la configurazione stessa del centro storico, che poteva favorire eventuali scontri, la situazione sarebbe potuta degenerare.[14][15]. Auch wenn diese ab und zu verfälscht sein können, geben diese ganz allgemein eine gute Orientierungshilfe! Il 28 giugno venne indetta una manifestazione di protesta, nel corso della quale Sandro Pertini, affermando la sua opposizione al congresso, disse: «La polizia sta cercando i sobillatori di queste manifestazioni, non abbiamo nessuna difficoltà ad indicarglieli. Alcuni degli esponenti delle forze dell'ordine, tra cui il comandante della celere finito nella vasca della fontana, rimasti isolati e soggetti a violenze, vennero portati fuori dagli scontri da alcuni dei manifestanti.[31][34]. Catalogo della mostra (Genova, 13 aprile-30 giugno 2008) Thule 20201517 Zubehör für Fahrradstühle, Unisex, Erwachsene, Mehrfarbig, Einheitsgröße Hartplastik. Nonostante si fosse nel pieno di quello che è stato definito il "boom economico", le lotte sindacali contro le chiusure e le riduzioni di personale in generale si protraevano in città da circa un decennio[6]. Wie häufig wird die 30 giugno genova aller Wahrscheinlichkeit nachverwendet. Il 29 aprile il politico democristiano ottenne la fiducia anche al Senato, nuovamente grazie all'appoggio esterno del MSI (128 voti favorevoli e 110 contrari[2]). Nel pomeriggio dello stesso giorno avvennero nuovi scontri a Palermo (due morti e 36 feriti da arma da fuoco[42], altre fonti riportano 4 morti[38], e circa 300 fermati[38]) e Catania (un morto, Salvatore Novembre)[42]. Il prefetto Luigi Pianese convocò i responsabili della manifestazione e dell'MSI, proponendo un compromesso: il congresso del partito si sarebbe tenuto, ma al teatro Ambra di Nervi (come il Teatro Margherita di proprietà della SARP di Fausto Gadolla, imprenditore genovese e al tempo da poco ex presidente del Genoa), mentre l'ANPI e le altre forze della sinistra avrebbero effettuato una manifestazione altrove. Anche il PCI, poco prima, aveva appoggiato assieme al MSI la giunta regionale siciliana, presieduta dall'esponente democristiano dissidente Silvio Milazzo (decisione che era stata difesa in parlamento da Togliatti). I due saggisti citano come riferimento il libro di Nicola Tranfaglia Le Piazze[23]. Il stradale Via 30 Giugno 1960 si trova nella zona Cap Genova. Lo scontro che seguì portò a incidenti con la polizia nel corso dei quali venne ferito l'agente Antonio Sarappa, che morì circa due mesi[41]. Politicamente fino ad allora la città aveva visto la Democrazia Cristiana come partito di maggioranza relativa, seppur con una percentuale di voti inferiore alla media nazionale[7]. Il 18 luglio la rivista Il Mulino pubblicò un appello, sottoscritto da 61 intellettuali cattolici, in cui affermò la necessità di rifiutare le politiche autoritarie e le alleanze con le forze politiche neofasciste, anche quando queste servirebbero a difendere i "valori cristiani contro il marxismo"[44]. Il 27 giugno 1960 al presidente del consiglio Tambroni fu consegnato, da parte dei dirigenti del MSI, un rapporto, in cui si diceva che il deputato missino ligure Giuseppe Gonella aveva raccolto informazioni che portavano a ritenere il prossimo congresso a rischio di disordini. [32][33], Al termine della manifestazione parte dei manifestanti risalirono verso piazza De Ferrari, fermandosi lungo la strada sia davanti al teatro Margherita (controllato da gruppi di Carabinieri, che verranno fischiati) sia davanti al Sacrario dei Caduti, dove furono cantati degli inni della Resistenza. Il 7 luglio una manifestazione sindacale a Reggio Emilia, con 20.000 partecipanti (contro i soli 600 posti della Sala Verdi concessa dalla questura per la manifestazione), finì in tragedia quando la polizia e i carabinieri spararono sulla folla in rivolta, provocando 5 morti. 30 giugno 1960. Al contrario di Genova, in queste occasioni si registrerà un uso frequente delle armi da fuoco da parte delle forze dell'ordine, con diversi morti e numerosi feriti tra i manifestanti.[39]. [38], Nel periodo seguente si ebbero diversi scontri in diverse parti d'Italia, spesso nati da manifestazioni di protesta dei lavoratori o da commemorazioni di avvenimenti della lotta antifascista. La decisione di Tambroni di dimettersi fu accolta negativamente dal MSI, che ne aveva appoggiato il governo: la conseguenza immediata fu il ritiro dell'appoggio dei missini in molte delle giunte locali a guida democristiana che si reggevano sui loro voti (oltre alla capitale vi erano altre 30 amministrazioni locali appoggiate dal MSI).[2]. Inizialmente la convocazione del congresso missino al teatro Margherita, in via XX Settembre, non suscitò alcun tipo di reazione in città[4]. Per le sue azioni durante la guerra Basile venne prima assolto, poi condannato a morte, per poi essere nuovamente assolto dopo ulteriori ricorsi, grazie anche a una serie di amnistie e condoni, continuando nel dopoguerra la sua attività politica all'interno del MSI.[19][22]. Il 21 marzo l'esponente democristiano Fernando Tambroni, già ministro del Bilancio e (ad interim) del Tesoro nel precedente governo e noto per appartenere all'area di sinistra della DC[1], ebbe dal presidente della repubblica Gronchi l'incarico di formare il nuovo governo. Il 29 giugno la Camera del Lavoro cittadina indisse uno sciopero generale nella provincia genovese per la giornata del 30, dalle 14 alle 20, a cui si sarebbe aggiunto un lungo corteo per le strade della città, mentre il presidente dell'ANPI invitò tutti gli iscritti a partecipare alla manifestazione del 30. 30 giugno 1960. Due giorni dopo, il 15 giugno, una manifestazione indetta con lo scopo di protestare contro il suo svolgimento vide la partecipazione stimata di 20.000 persone, e si registrarono i primi scontri (poi sedati dai carabinieri), nella zona di via San Lorenzo (strada adiacente all'omonima cattedrale), tra un gruppo di manifestanti e alcuni neofascisti.[5].
2020 via 30 giugno 1960 genova